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Abuso di posizione dominante: multa milionaria per ‘Apple’

Accertata una condotta restrittiva della concorrenza per quanto riguarda le regole sulla privacy imposte dalla società agli sviluppatori terzi di ‘app’ distribuite tramite il cosiddetto ‘App Store’

Abuso di posizione dominante: multa milionaria per ‘Apple’

Sanzione di oltre 98milioni di euro ad ‘Apple’, colpevole, secondo quanto appurato dall’Antitrust (provvedimento del 16 dicembre 2025), di abuso di posizione dominante.
Nello specifico, è stata accertata una condotta restrittiva della concorrenza per quanto riguarda la App Tracking Transparency policy (o ATT policy), ossia le regole sulla privacy imposte dalla società agli sviluppatori terzi di app distribuite tramite il cosiddetto App Store.
Secondo l’Antitrust, la società di Cupertino – multata con una sanzione di 98.635.416,67 euro, per la precisione –, ha violato la normativa per quanto riguarda il mercato della fornitura agli sviluppatori di piattaforme per la distribuzione online di ‘app’ per utenti del sistema operativo ‘iOS’. In tale mercato, difatti, ‘Apple’ è in posizione di assoluta dominanza tramite il suo ‘App Store’.
Al termine di una complessa istruttoria, condotta anche in coordinamento con la Commissione Europea, con altre autorità nazionali della concorrenza e con il ‘Garante per la protezione dei dati personali’, l’Antitrust ha accertato la restrittività – sotto il profilo concorrenziale – della ‘App Tracking Transparency policy, ossia delle regole sulla privacy imposte da ‘Apple’, a partire da aprile 2021, nell’ambito del proprio sistema operativo mobile ‘iOS’, agli sviluppatori terzi di ‘app’ distribuite tramite l’’App Store’. In sostanza, gli sviluppatori terzi sono obbligati ad acquisire uno specifico consenso per la raccolta e il collegamento dei dati a fini pubblicitari tramite una schermata imposta da ‘Apple’, il cosiddetto ‘ATT prompt’, che, tuttavia, non risulta sufficiente a soddisfare i requisiti previsti dalla normativa in materia di privacy, costringendo quindi gli sviluppatori a duplicare la richiesta di consenso per lo stesso fine.
L’Antitrust ha anche accertato che le condizioni della ‘ATT policy sono imposte unilateralmente, sono lesive degli interessi dei partner commerciali di ‘Apple’ e non sono proporzionate per raggiungere l’obiettivo di privacy, così come asserito, invece, dalla società. Infatti, dal momento che i dati degli utenti sono un elemento fondamentale su cui si basa la capacità di fare pubblicità on line personalizzata, l’inevitabile duplicazione delle richieste di consenso indotta dalle modalità di implementazione della ‘ATT policy’ – che restringe le possibilità di raccolta, collegamento e utilizzo di tali dati – causa un pregiudizio all’attività degli sviluppatori, che basano il proprio modello di business sulla vendita di spazi pubblicitari, e anche a quella degli inserzionisti e delle piattaforme di intermediazione pubblicitaria. Questa duplicazione produce un’assenza di proporzionalità delle regole della ‘ATT policy, considerato che ‘Apple’ avrebbe dovuto, secondo l’Antitrust, garantire lo stesso livello di privacy degli utenti prevedendo la possibilità, per gli sviluppatori, di ottenere il consenso alla profilazione in un’unica soluzione.

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